Alberto Monti è nato nel 1949 ad Ascoli Piceno.
Laureato in Architettura e Urbanistica presso il Politecnico di Milano, ha svolto attività professionale nel campo della progettazione dal 1974.
Docente di ruolo per “ Storia dell’Arte” dal 1987 , ha insegnato nei Licei Classici “ Monti” di Cesena e “ Rambaldi” di Imola e successivamente a Bologna in diversi Istituti d’Arte e Istituti Tecnici e al Liceo Classico “ Minghetti” fino al 2016 .
Ha pubblicato lavori sulla città antica su riviste e periodici realizzando anche progetti di grafica e di comunicazione visiva. Ha partecipato a concorsi internazionali d’arte, curando l’immagine di libri e manifesti con scenografie per spettacoli teatrali e musicali, realizzando inoltre mostre e video in Concorsi a Tema.
Dal 2017 tiene un Corso sulla Visione alla Università " Primo Levi" di Bologna.
Tutor dal 2018 per il PUP presso il carcere " Dozza" di Bologna
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" Nuvole Parcheggiate in Divieto di Sosta"
Installazione di Alberto Monti Vicolo Luretta Ex-Ghetto Ebraico a Bologna
Art City White Night 2022
Il tema scelto per l’Installazione ha come riferimento la definizione di modernità data da Baudelaire, che la vede incarnata dal transitorio, dal fuggevole, dal contingente: rappresentata, qui, da un fenomeno naturale, sottratto, in quanto tale, all'influsso umano: le nuvole.
L’occhio dello spettatore compirà un tragitto che lo condurrà dinamicamente dall’uno al molteplice, dallo stabile all’instabile, e viceversa, in una metamorfosi vissuta attraverso le strutture stesse della composizione realizzata in grande scala, che usa esplicitamente l’effetto di “parapedolia” come illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili naturali o artificiali dalla forma casuale.
E’ la visione di un mondo illusorio, di chimere e fantasmi, in cui ci si immerge per un attimo, per subito poi ricostruire un altro universo: fantastico ma non meno fisico di quello reale in cui l’opera è collocata. Le nuvole, seppure effimere e in continuo mutamento, sono nei cieli della nostra realtà quotidiana.
Nell’arte costituiscono un tema dal quale una moltitudine di artisti ha tratto ispirazione, trasformandole in un teatro della modernità che sollecita uno sguardo laico sul cielo.
Dalla “Donna alla finestra” di Friedrich, agli studi di Constable, dalle serie di Turner, ai quadri di Degas e Magritte, così come in seguito nei paesaggi di Richter o di Kiefer e negli scatti fotografici di Cartier-Bresson e Stieglitz, le nuvole si collocano dentro i cieli virtuali dell'arte.
Per queste ragioni le nuvole dell’Installazione sono realizzate intenzionalmente come immagini-silhouette di parapedolia: un gruppo di vecchi musicisti, ciclisti che transitano, persone che conversano al tavolo di un bar, un bambino che tira calci ad un pallone.
Ma perché Nuvole collocate in una strada, e per di più in Divieto di Sosta?
Posso rispondere solo: “Non lo so”, nello stesso modo in cui risponde Jago-Totò alla domanda di Otello-Ninetto nel film di Pier Paolo Pasolini “Che cosa sono le nuvole?”.
Può l’arte permetterci di stupirci di Nuvole in “Divieto di Sosta” poggiate sul selciato di una via di Bologna?
Nell’impossibilità umana di fermare il tempo, ciò che resta qui e si offre allo sguardo di chi è momentaneamente in transito lungo la via, è solo l’immagine di un evento occasionale.
«E‘ solo una recita questa vita che ci ospita»
Calderon de la Barca, El gran teatro del mundo, 1635
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Museion - Arte e Architettura
“ Museion” muove dall’analisi delle questioni teoriche e dalle esperienze pratiche che caratterizzano la storia del museo in un ciclo di 5 incontri che , a partire da giovedì 17 febbraio, si è concluso il 17 marzo 2022 presso la biblioteca "Rodari" di Granarolo dell'Emilia.
Il museo come “Spazio della conservazione e dell’esposizione” oppure “Laboratorio di nuove visioni “? Quale il rapporto oggi con il pubblico nello sviluppo della ricerca, della didattica e della formazione?
Partendo dalla storia della istituzione del museo pubblico, ci si è occupati dei musei d’arte antica e contemporanea e delle pratiche degli artisti al mutare degli spazi espositivi.
Dal MoMa all’effetto Beaubourg, al caso Guggenheim di Bilbao , si analizzeranno quali sono stati i passaggi fondamentali tra mutamento della struttura del museo e il ruolo del pubblico .
Il Museo contemporaneo è divenuto luogo dove accogliere un’arte rinnovata e contestualizzata all’attualità, per confrontarsi con i mutamenti di una società in continua evoluzione.
Il Museo,quindi, non più soltanto luogo della conservazione, dell’accumulo e dell’esposizione, ma spazio funzionale e «spazio critico».
L’ingresso nel postmoderno, l’estetizzazione diffusa, il fenomeno dei nuovi mezzi di comunicazione, la perdita del “principio di realtà”, l’iperrealtà e la simulazione, la globalizzazione, sono diventati oggi i termini di una posizione sociale e culturale che segnano una nuova direzione museologica verso l’iperconsumo e l’ipertrofia del museo, che rischiano di trasformare lo spettatore in “consumatore” passivo.
Essere in grado di intercettare e di far emergere i reali bisogni di cultura inespressi e latenti nell’attuale società e di interpretarne le richieste, è il fine che ci si è proposti per stimolare nel pubblico il desiderio di conoscenza, di confronto e di dialogo .
LE DONNE NELL’ARTE
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